La stagione della Crove Verde Basso Friuli.
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www.bassafriulana.or... Sapevamo che normalmente alle assembee partecipava pochissima gente, pochi volontari ma quasi nessuno dei soci, la gente non era interessata alla gestione economica (male) bastava che quando chiamavano l'ambulanza arrivasse qualcuno e presto.
A Gorizia le cose stavano precipitando, venne quindi convocata una Assemblea straordinaria per destituire il Presidente e vederci chiaro sulle difficoltà che oramai erano di dominio pubblico visto che in città la Croce Verde era molto ben radicata con una lunga tradizione ed appoggi sostanziosi sia dal mondo politico che finanziario (Cassa di Risparmio) che non potevano avallare una gestione piuttosto “allegra”.
Ci presentammo, la domenica dell'Assemblea , a Gorizia con tutti i nostri volontari disponibili, amici e parenti, insomma eravamo numericamente determinanti per convalidare la separazione dalla casa madre, cosa che dal direttivo goriziano non era ben vista, anzi era osteggiata.
Entrammo nel nuovo Consiglio direttivo in quattro, concordammo che io avrei ricoperto per brevissimo tempo la carica di Vice Presidente e questo ci consentì di far votare la separazione di Cervignano da Gorizia.
In comodato gratuito ci rimasero le due vecchie ambulanze che costavano più di riparazioni che di benzina, ma quel che era peggio una quarantina di milione di debiti, “omaggio” del Presidente goriziano che in seguito si lanciò dalla finestra di casa nella convinzione di “saldare” l'enorme buco che aveva creato nelle casse associative e di risolvere il debito con la giustizia, ma non fu così che li saldò anche se gli costò un pesante infermità.
Che fare ? Non mi restava che assumermi un bel fardello di responsabilità e fare da garante con la speranza di trovare una soluzione positiva e definitiva al problema.
Lo feci con determinazione e impegno riorganizzando dal punto di vista amministrativo e gestionale, volevo verificare giornalmente la situazione, tutte le mattine il Direttore mi relazionava sulle difficoltà, sulle esigenze o iniziative che i volontari, stimolati a dovere, cercavano di sviluppare mentre i bilanci economici venivano controllati mensilmente.
Cercammo, con notevoli sacrifici anche da parte del Direttore in prima persona, di garantire la presenza notturna di un equipaggio di volontari e giornaliera di un medico, mentre i primi aiuti economici arrivarono con un accordo di sponsorizzazione, anomala ma efficace, da parte della Cassa Rurale ed Artigiana locale.
Come sempre, però, ci vuole il sostegno della parte politica che ottenni e mi aiutò a stipulare la prima convenzione con l' USL con la quale iniziò una fattiva, concreta e duratura collaborazione.
Ci servì anche per crescere dal punto di vista professionale e si sviluppò ancor di più con la costituzione del servizio di soccorso 188 e dell'elisoccorso regionale.
Ci costituimmo dal notaio in associazione di volontariato con la denominazione di Croce Verde Basso Friuli e fummo subito riconosciuti ed inseriti nel registro regionale delle PA (Pubbliche assistenze).
Vado particolarmente orgoglioso della tessera n°1 che sta a testimoniare l'impegno profuso.
Finalmente riuscii a dotare i volontari di vestiario consono al servizio, di attrezzature sia ambulatoriali che in dotazione alle ambulanze, come il defibrillatore, uno dei primi telefoni portatili, voluminoso come una valigetta, che era una grossa novità e consentiva la deviazione delle chiamate telefoniche dalla sede all'equipaggio che in quel momento fosse in strada per qualche servizio, furono cambiate le autoradio e la centrale operativa, insomma riuscimmo anche, con una lieve ristrutturazione ai locali di proprietà comunale, a dare un immagine professionale di un ambulatorio di primo soccorso.
Nel mentre si susseguivano le riunioni con i volontari e con i medici si organizzavano i primi corsi per l'arruolamento di nuova “forza lavoro” sia a Cervignano che nei centri limitrofi coinvolgendo le Amministrazioni locali.
Devo riconoscere che è stato molto stimolante operare con i giovani che trasmettevano entusiasmo e un inaspettato senso civico. Vedere ragazzi maschi e femmine, in egual misura, dedicare le festività o le notti ad un lavoro, in particolare quello del soccorso stradale, che non è né facile né “sopportabile” dal punto di vista dell'emotività e del coraggio è stata un'esperienza molto, molto bella.
Io ho sempre detto che il mio apporto di volontariato non poteva che esplicarsi nel modo con cui sono intervenuto, non avrei potuto essere operativo perchè credo che non sarei rimasto in piedi alla vista di feriti più o meno gravi, magari in situazioni estreme come la notte e in occasione di incidenti stradali.
Solo chi ha avuto occasione di avvicinarsi a questo mondo si può rendere conto che non tutti i giovani sono fannulloni, non tutti sono egoisti, non tutti sono parassiti c'è una bella fetta della società giovanile che merita considerazione e rispetto più di quanto valutino gli adulti.
Altre ambulanze e mezzi di trasporto con pedane di carico furono acquistate in seguito, tutti mezzi di ultima generazione adeguatamente attrezzati.
In quegli anni, a seguito dell'esperienza del terremoto si stava organizzando a livello regionale la forza d'intervento della Protezione Civile con ingenti investimenti che venivano distribuiti a pioggia nei vari Comuni, a volte dettati più da esigenze di clientelismo politico che da una “ragionata” valutazione sulla validità od opportunità di dotare i gruppi comunali di certi mezzi.
La vecchia ambulanza Fiat 1100 in primalinea era in servizio, credo negli anni 50 presso lo zuccherificio abbandonata da parecchi anni in un capannone sono riuscito ad averla in regalo dalla direzione ed è stata ricondizionata da un volontario carrozziere per hobby, volevo che un pezzo storico non andasse perduto e rimanesse come primo mezzo di un ipotetico museo.
Non mi sembrava sensato, per esempio, dotarli di pompe con relativi gruppi elettrogeni quando quel determinato tipo d'intervento poteva e doveva espletarlo il corpo dei Vigili del Fuoco, i quali magari aspettavano da anni che le loro attrezzature fossero aggiornate o rimpinguate.
Per quanto riguarda il mondo del volontariato sanitario, che veniva sicuramente coinvolto in caso di calamità, non erano previsti contributi economici per l'acquisto di ambulanze, non solo, in seguito alle leggi tributarie nazionali dovevamo anche pagare l' IVA, una delle inconguenze stupide delle leggi italiane.
Dai soliti “tromboni” nazionali si sentiva parlare in termini elogiativi del volontariato ma non si è mai provveduto a rendere detti Enti esenti da IVA.
Per tornare all'argomento Protezione Civile, c'era quindi una corsa , come succede in questi casi, alle domande di contributo da parte di tutte le Associazioni riconosciute in quanto facenti parte di detta organizzazione.
Anche la Croce Verde non poteva restarne fuori, pensai.
Preclusa la possibilità di giustificare la richiesta per l'acquisto dei mezzi che a noi maggiormente necessitavano, le ambulanze, chè facendo decine di migliaia di km. annualmente andavano sostituite con una certa frequenza, pensai a qualcosa di diverso, più necessario in caso di calamità naturali ma che potesse essere ugualmente utilizzabile per il nostro abituale lavoro.
Pensai a dei moduli scarrellabili e trasportabili con il classico furgone Fiat Ducato, in sostanza uno stesso mezzo poteva portare un modulo che facilmente, con un impianto elettro/idraulico, veniva scaricato per poi ritornare alla base a caricarne un secondo ed un terzo.
L'inaugurazione di una nuova ambulanza era sempre un momento di festa
con doverosa benedizione
e successivo rinfresco
Detti moduli dovevano essere composti da un ambulatorio con letto medicale basculabile elettricamente ed attrezzatura di primo soccorso, un modulo abitativo con 6 posti letto, cucina,servizi igienici e un capace vano doccia, il terzo da adibire a magazzino con generatore elettrico. Questi tre volumi abitativi andavano a formare un campo d'intervento completamente indipendente.
Mi era venuto in mente, appunto, che in occasione del terremoto avevo sentito dire che alcuni gruppi d'intervento andavano a gravare sull'apparato organizzativo proprio perchè non erano indipendenti, quindi, se da un lato erano utili dall'altro complicavano le cose.
Bisognava rendere appetibile la proposta che non aveva un costo da poco.
Contattai un bravo artista, spiegai qual'era la mia idea e mi feci fare un bel disegno con il furgone e i tre moduli disposti come un campo “indiano”.
Fu l'idea che fece colpo sulla commissione delegata alla spartizione del “malloppo” e con tre tranche annuali riuscimmo a completare l'opera che si rese particolarmente utile in occasione del terremoto in Umbria del settembre 1997 dove i nostri volontari rimasero con diversi turni per un paio di mesi e furono di particolare aiuto alle popolazione di un piccolo centro montano.
Un felice esempio di come spendere bene le risorse pubbliche.
Sempre in quel periodo si stava sviluppando la rete di soccorso 118 e l' elisoccorso, la regione Friuli Venezia Giulia fu una delle prime a sviluppare adeguatamente questo servizio, ho avuto il piacere di conoscere ed incontrare più volte il dott. Carchietti che è il validissimo fautore dell'emergenza sanitaria regionale, colui che propose ed “impose” il soccorso a mezzo elicottero che tante vite umane ha salvato in questi anni.
Ebbene la Croce Verde è da sempre stata una valida pedina, a detta dello stesso Carchietti, della rete soccorso stradale, i nostri volontari seguono costantemente i corsi di aggiornamento organizzati dal 118.
Ma le occasioni festaiole, oltre alla cena pre-Natalizia, dove tra canti e balli
io e il Sindaco ci chiedevamo: "Chi parla per primo?"
e, come prassi vuole, l'attuale Consigliere Regionale conclude
Ma tutte le occasioni sono buone ed anche il compleanno del Direttore viene doverosamente ricordato non senza una simpatica manifestazione di "protesta"....
e per soddisfare le esigenze sportive, perchè no una partitella di calcio?
con doveroso rinfresco campagnolo
C'era ancora un grosso problema e di non facile soluzione, la “SEDE”.
(continua)