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Discussione 

macovince Cinquino da esposizione (Cervignano)


Messaggi 2020

Garage veicoli

Spedito - 30 August 2007 :  11:26:16  Mostra profilo  Visita l'homepage di macovince  Clicca per vedere macovince's l'indirizzo Messanger MSN  Rispondi allegando il testo

Citazione:
Originariamente inviato da alfabrera

...non dirmi che hai trascorso le ferie a scrivere il tuo libro!!!!!!!!!!!

Hemingway scriveva da Cuba, io, molto piů modestamente, da Grado...!

Bisogna essere di mente aperta, ma non tanto da far uscire il cervello.
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fefede Cinquino modificato (Siena)


Messaggi 617

Garage veicoli

Spedito - 30 August 2007 :  12:33:40  Mostra profilo  Rispondi allegando il testo

EH ma ti si legge bene e volentieri sai
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omero Cinquino da esposizione (Parma)


Messaggi 1655

Garage veicoli

Spedito - 30 August 2007 :  12:56:04  Mostra profilo  Visita l'homepage di omero  Clicca per vedere omero's l'indirizzo Messanger MSN  Rispondi allegando il testo

I nonni hanno l'arte del raccontare

... chi sa, sa di non sapere tutto, mentre chi sa poco, crede di sapere tutto....


http://www.cinquino....

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ermodifica Cinquino Abarth/Giannini (villabate (palermo))


Messaggi 1370

Garage veicoli

Spedito - 30 August 2007 :  13:26:09  Mostra profilo  Clicca per vedere ermodifica's l'indirizzo Messanger MSN  Rispondi allegando il testo

complimenti
ti si legge molto
gradevolmente

cinquino forever

http://www.cinquino....

















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cocaddress Cinquino Abarth/Giannini (Molfetta)


Messaggi 1062

Garage veicoli

Spedito - 30 August 2007 :  13:46:42  Mostra profilo  Clicca per vedere cocaddress's l'indirizzo Messanger MSN  Rispondi allegando il testo

UAU!!!! questo topic me l'ero perso...

L'ho letto tutto di un fiato e spero che ci sia ancora un seguito
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macovince Cinquino da esposizione (Cervignano)


Messaggi 2020

Garage veicoli

Spedito - 30 August 2007 :  15:46:46  Mostra profilo  Visita l'homepage di macovince  Clicca per vedere macovince's l'indirizzo Messanger MSN  Rispondi allegando il testo

Troppo buoni....grazie.

Ogni programma ha un orario, il mio vŕ in onda ogni sera

Bisogna essere di mente aperta, ma non tanto da far uscire il cervello.
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fefede Cinquino modificato (Siena)


Messaggi 617

Garage veicoli

Spedito - 30 August 2007 :  15:59:24  Mostra profilo  Rispondi allegando il testo

Certo che c'č un seguito ... siamo sempre alle foto in bianco e nero
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frizziola Cinquino da esposizione (VICENZA)


Messaggi 3637

Garage veicoli

Spedito - 30 August 2007 :  17:27:46  Mostra profilo  Clicca per vedere frizziola's l'indirizzo Messanger MSN  Rispondi allegando il testo

complimenti davvero

Friz - 500 R 1973 blu 456 Restauro: http://www.cinquino....

"nella vita ci son fatti che ci fanno uscire matti
altri ancora fan di tutto perchč alfin tu sia distrutto
ma chi affoga nella m***a la pazienza mai non perda!"
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Natale Cinquino da esposizione (Catania)


Messaggi 8838

Garage veicoli

Spedito - 30 August 2007 :  18:02:52  Mostra profilo  Rispondi allegando il testo

Ragazzi con ordine, prima c'ero io. VINCENZO perchč non scrivi un libro? hai un modo di raccontare che ci tieni appiccicati al monitor, vedi adesso non faccio che aspettare il seguito.

Riuscire a mandare qualcuno a ******o č una pensata di molti ma una virtů di pochi...

Modificato da - Natale on 30 August 2007 18:03:32
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macovince Cinquino da esposizione (Cervignano)


Messaggi 2020

Garage veicoli

Spedito - 30 August 2007 :  20:54:52  Mostra profilo  Visita l'homepage di macovince  Clicca per vedere macovince's l'indirizzo Messanger MSN  Rispondi allegando il testo

Ebbene, ebbi la fortuna (e l'abilitŕ ?) di vincere ambedue le categorie, con grande delusione dell'organizzatore della gara che in occasione delle premiazioni se avesse potuto darmi la bellissima coppa in testa, l'avrebbe appagato enormemente.
Mio padre, ufficialmente imbarazzato ma felice.
La “morosa” raggiante si vedeva catapultata al fianco del “campioncino”della giornata.

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Di lě a poco si presenta l'occasione piů impegnativa, prova di Campionato Italiano con partecipazione della squadra ufficiale Italkart e dei migliori piloti nazionali a Jesolo, una pista che venne smessa dopo poco per la pericolositŕ in quanto costruita tra gli alberi della pineta e sostituita da quella che tuttora svolge una intensa ed importante attivitŕ kartistica.
Pilota di punta dell'Italkart un certo Umberto Masetti, campione mondiale classe 500 nel 1950,campione Italiano nel 50 e 52, uno dei pochi centauri che corse e vinse in tre classi 125,250 e 500.
Organizzammo la trasferta solo con il mio kart 100 cc. e partimmo con un furgone prestatoci da un distillatore locale, io, la mia morosa e l'autista rischiando di arrivare ubriachi a causa dell'odore di vinaccia che invadeva la cabina del Fiat 615.
Ai box avevamo da un lato la squadra Italkart con tutti i kart in fila e coperti da teli rossi con ricamato il logo della scuderia, dall'altro il gruppo dei “Diavoli neri” di Udine.
Una organizzazione molto professionale, per i tempi, io, solo con l'autista che fungeva da meccanico e la morosa proiettata in un mondo “di matti”.
In seguito anch'io ebbi il telo rosso, ma...ricamato rigorosamente a mano indovinate da chi ..........?
Durante le prove grippo il motore. Sarŕ un guasto ricorrente fintantochč userň quei motori americani, a causa dei carburatori particolari di cui erano dotati e della difficoltŕ di carburazione.
Erano in pratica delle pompette a membrana, senza getti fissi ma con due viti coniche, una per la regolazione dell'aria e una per l'afflusso della miscela.
In seguito verranno utilizzati da quasi tutte le marche, mi risulta che tuttora i carburatori Tillotson, molto simili concettualmente, facciano parte della dotazione dei motori kartistici.

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Il motore Mc Culloch era alquanto sofisticato per l'epoca, aveva un'infinitŕ di travasi, due fasce elastiche di acciaio da 1 mm., biella su rulli sia nel piede che sulla testa, albero motore su cuscinetti a sfere. Veniva fornito di serie con 8 HP e 15.000 giri/min. che diventavano 17000-18000 circa con le dovute modifiche, perchč non c'erano contagiri elettronici che li rilevassero, tanto meno meccanici, ma la differenza del rumore era tale che poteva essere giustificata solo da un incremento di 2000/3000 giri/min..

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Costava Ł.125.000, il pistone con la gabbia dei rulli e spinotto la bellezza di Ł.12.000 e, di tanto in tanto, faceva la fine che ho detto, a volte bastava un colpo di vento, smagriva di colpo la carburazione e a quei regime di giri non ci voleva molto a grippare.

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Torniamo alla gara di Jesolo, ero sconsolato, ma d'altra parte non potevo illudermi che la serie continuasse sulla falsarica delle prime due, mi accingevo a tornare a casa amaramente, soprattutto per non aver avuto la possibilitŕ di essere della mischia e di confrontarmi ad alti livelli.
Mi viene in aiuto il rappresentante della Italkart, quello di Lignano, che ovviamente mi conosce e mi vede piuttosto abbacchiato.
In uno slancio di generositŕ, che non si ripeterŕ in futuro, mi dice: “Se vuoi correre ti presto il mio 200cc.Parilla”, gli stessi motori, anzi la stessa marca perchč sicuramente non erano uguali a quelli di Masetti, comunque il propulsore piů performante del momento, quello che di lě a poco avrebbe soppiantato i Mc Culloch.
I tempi di qualificazione del mattino erano giŕ stati fatti da un meccanico a nome del proprietario (allora si facevano questi trucchetti, tanto con il casco chi ti conosceva?) e quindi avrei dovuto correre con il nome dell'albergatore.
Non avevo mai guidato un 200cc. Parilla e vi assicuro che la differenza con i Garelli da noleggio che mi avevano permesso di vincere a Monfalcone non era poca, questi motori erano dotati di uno scarico libero a tromboncino che facevano un rumore pazzesco, li riconoscevi da lontano e due assieme ne facevano....il doppio, con l'impressione di volare in sella ad un mezzo a reazione.
Partenza e via, mi sono infilato tra i primi, non ricordo la posizione, ma ero tranquillo, stavo solo valutando il mezzo che mi sorprendeva ad ogni colpo d'acceleratore, ma la potenza esuberante mi dava sicurezza, pensavo “č piů facile guidare questo che il mio Garelli”.
Ma in agguato c'era l'inesperienza, l'asfalto di quella pista non aveva i cordoli all'interno delle curve e in seguito ai tagli di percorso dei vari concorrenti si formň un gradino tra l'asfalto e la terra, quel tanto che sceso con la ruota posteriore interna mi appoggiai all'asfalto con la corona che aveva un diametro di poco piů piccolo delle ruote, si sopperiva cosě alla mancanza di coppia, con rapporti piuttosto corti. Risultato, mi esce la catena dalla corona e il motore di destra gira alle stelle a vuoto. Gara finita. Ma quel momento e quei primi giri li ho ancora in mente.
Credo sia una delle gare negativa, forse l'unica, che ricordo chiaramente, per il resto, come nella vita, tendo a dimenticare il passato, specialmente se negativo, guardo avanti sempre con speranza perchč “dopo la pioggia viene sicuramente il sole”.
Mia moglie mi riprende di sovente per il fatto che non ricordo “niente” lei dice ed č' vero. In questo stesso racconto faccio fatica a ricordare, i nomi in particolare, ma anche gli eventi, ho dei riferimenti ma, come mi capita spesso, non li colloco nello spazio temporale esatto...che sia sclerosi ? Speriamo di no.
Nomi e date sono il mio punto debole, ma i ricordi affettivi, quelli no, non si dimenticano, come non posso dimenticare l'amico “Mino” che, venuto per lavoro da Vigevano, si era integrato e aggregato al nostro gruppo, persona simpatia e affabile, e quella gara a Sacile, quando conquistň la sua prima coppa.

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Mino č quello con la maglia a righe e il cappello di paglia.
Per quella trasferta mi ero fatto prestare da un concessionario locale un furgone Fiat 1100 che, malgrado nel ritorno abbia “sputato” una candela mia ha generosamente portato fino a casa.
Nel ritorno ho perso il conto delle soste fatte nei paesini dei dintorni di Gonars, sua sede abitativa e di lavoro, era conosciuto da tutti, non ricordo quanti brandy ci siamo “tracannati”, sě perchč l'uomo andava solo a brandy, per fortuna ai tempi non c'erano i misuratori di tasso alcolico.
Forse fu proprio questa sua abitudine la causa dell'incidente di cui fu vittima in occasione di una cena con degli amici/clienti austriaci che lui aveva ospitato.
La Opel Admiral uscě di strada, lui solo fu espulso, andň a sbattere contro un palo della luce, gli altri non si fecero niente, lui restň in carrozzina per la vita.
Eravamo diventati molto amici, io e mia moglie con la sua fidanzata che voleva restargli vicino anche dopo l'incidente ma lui rifiutň perchč, diceva, non avrebbe dovuto rovinarsi la vita anche lei.
Che forza di carattere ragazzi.
La cosa di cui mi sono pentito amaramente, ma troppo tardi, č quella di non essermi appoggiato ad un bravo meccanico e ad un direttore sportivo che mi programmasse una serie di partecipazioni “ragionate” e mi obbligasse ad un allenamento costante.
Oggi tutto questo č di uso comune anche tra i kartisti di 12-13 anni forse, anzi sicuramente, esasperando quello che dovrebbe essere prima di tutto uno sport dilettantistico.
Oramai il kart č diventato la strada obbligatoria per chi aspira a diventare pilota professionistico e vede come punto d' arrivo la F1.
Di certo noi, parlo al plurale perchč non facevo solo io questi errori, eravamo improvvisatori e avventurieri.
Piů volte č successo di cambiare il pistone la sera di sabato, lavorare fino a mezzanotte, andare in pista con la pila in bocca a fare due giri per controllare che tutto fosse a posto e partire alle 6 del mattino per andare a fare una gara.
Non esisteva rodaggio, preparazione fisica, allenamento, riposo, tutto era demandato all'entusiasmo per poi rientrare delusi, nervosi e stanchi.
Solo mia moglie ha potuto sopportarmi nei momenti piů difficili, si vede che era “votata” al sacrificio o, forse, visto che sta ancora al mio fianco, c'era qualcosa di piů serio che ci legava e ci lega, chissŕ se ci faremo compagnia anche nell'altilŕ, perchč lei si merita il paradiso, io dovrň fare un periodo di penitenza.
Se molte volte i risultati non venivano la colpa č dovuta sicuramente alla mia passione innata per la meccanica. Ho sempre cercato di arrangiarmi da solo e non sempre sono stato ripagato.
A onor del vero c'č stato un breve periodo in cui mio padre, vistomi disperato perchč i ritirini per guasto meccanico si facevano sempre piů frequenti, in occasione di un suo viaggio di lavoro a Milano č andato a fare visita alla Fimas, la casa produttrice dei motori Saetta che in quel momento avevo adottato, concordando la possibilitŕ di una messa punto da parte della casa dopo ogni gara.
Spedivo il motore “bagaglio appresso”, si diceva allora, a mezzo ferrovia, il lunedě e tornava al venerdě o sabato, giusto in tempo per le gare. Ovviamente durň poco soprattutto per una questione di costi.
Anche cosě perň non sono mancati i ritiri. Una volta si č allentato il collettore di aspirazione, un'altra volta si č rotta la catena e mi ha maciullato il carburatore ecc. ecc., insomma senza un po' di fortuna non si vŕ da nessuna parte.
Ricordo in particolare la gara di Campionato italiano in cui partivo con il secondo tempo al fianco del campione mondiale e dietro avevo messo la squadra ufficiale della Tecnokart, i meccanici di Pernigotti, il campione, mi guardavano come fossi l'uomo degli abissi, con quel telaio un po' strano.

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...e quei quattro disperati dell"Ave Maria".
Da sinistra Laurino, l'autista del 615 ubriaco, Eliano, il figlio del proprietario della pista di Cervignano a sua volta kartista fino ad un'etŕ non piů verde, Renato, il meccanico, lo si vede dalla tuta che non era quella della domenica, che aveva "disteso" i Garelli per la gara di Monfalcone, io e il carabiniere non sapeva che fare...

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Avevo un telaio autocostruito che avevo fatto assemblare da un artigiano locale, non piů “Milio”, su disegni da me realizzati scopiazzando dalle riviste americane che ricevevo in abbonamento, il famoso telaio “Go-kart” originale, con tubi grossi di diametro ma particolarmente sottili (1 mm.), fatti trafilare da una trafileria locale che forniva alcuni noti marchi di motociclette, grazie ai rapporti di amicizia che avevamo con il titolare.

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Era anche ben riuscito fin tanto che non ho rotto il canotto dello sterzo e sono finito
“a paglia”, da quella volta seppure raddrizzato l'avantreno con tutte le cure, aveva perso la necessaria elasticitŕ e non teneva piů strada, nelle curve a destra tendeva ad alzarsi, cosa insolita per un kart, con il rischio di capottamento e d' investimento da parte di chi ti seguiva.
Non era tranquillizzante pensare che quella “banda di forsennati” che ti seguivano potessero salirti sulla schiena.
Anche in questa occasione si dovette procedere alla sostituzione del telaio e, andando contro corrente, visto che il mezzo piů diffuso e sofisticato del momento era il “Tecnokart”, scelsi un “Quick-kart”. Era molto simile al Tecno, poco usato, ma mi piaceva perchč aveva un baricentro moto basso e mi si adattava bene.

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Con questo mezzo e con due motori “Saetta” corsi l'ultima stagione, a volte montando un motore per fare la categoria 100cc, altre volte, raramente, perchč un motore era sempre aperto in riparazione, con due per la categoria 200cc.
L'ultimo anno eravamo invitati, con una certa frequenza, alle gare in Jugoslavia dove trovavamo anche gli austriaci piuttosto agguerriti.

(continua)

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latino Cinquino nuovo nuovo (ronchis)

Messaggi 15

Garage veicoli

Spedito - 30 August 2007 :  21:18:57  Mostra profilo  Rispondi allegando il testo

GRAZIE,
mi hai fatto ritornare giovane,bei tempi peccato.....
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Natale Cinquino da esposizione (Catania)


Messaggi 8838

Garage veicoli

Spedito - 30 August 2007 :  22:12:11  Mostra profilo  Rispondi allegando il testo

Anche stasera un'altra puntata. A domani mi raccomando. Ormai non guardo piů neanche la tv.

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Natale Cinquino da esposizione (Catania)


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Garage veicoli

Spedito - 31 August 2007 :  20:56:35  Mostra profilo  Rispondi allegando il testo

VINCENZO,stiamo aspettando.

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macovince Cinquino da esposizione (Cervignano)


Messaggi 2020

Garage veicoli

Spedito - 31 August 2007 :  21:02:57  Mostra profilo  Visita l'homepage di macovince  Clicca per vedere macovince's l'indirizzo Messanger MSN  Rispondi allegando il testo

stavo finendo, per leggere il tuo messaggio ho cancellato tutto....e adesso chi si ricorda tutta la storia !!!

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Natale Cinquino da esposizione (Catania)


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Garage veicoli

Spedito - 31 August 2007 :  21:09:12  Mostra profilo  Rispondi allegando il testo

NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E ADESSO?

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macovince Cinquino da esposizione (Cervignano)


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Garage veicoli

Spedito - 31 August 2007 :  21:12:54  Mostra profilo  Visita l'homepage di macovince  Clicca per vedere macovince's l'indirizzo Messanger MSN  Rispondi allegando il testo

In una particolare occasione, a Zagabria, ci portarono a correre in un velodromo con pista in cemento, all'aperto. Di solito i tracciati erano appunto di tipo cittadino e quindi improvvisati come quello di Lubiana nello scalo ferroviario con le pedane di carico/scarico non protette che ti arrivavano giusto all'altezza della testa qualora fossi uscito dal percorso che era delimitato da semplici balle di paglia.
Questa era la sicurezza in Yugo.

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In quel velodromo si faceva tutto il rettilineo e alla prima curva non si tagliava alla corda ma il percorso era delimitato da birilli e ti portava verso la parte alta della curva sopraelevata per poi scendere a metŕ curva verso la parte bassa.
Devo premettere che avevo fatto modificare in base ad uno schema che mi era stato suggerito dal rappresentante dell'Italkart, parecchi mesi dopo averlo passato alla squadra dei “Diavoli rossi” perň, un sistema che attraverso un pulsante sul volante, raggiunto il massimo dei giri motore eliminava le puntine platinate, partiva insomma una sorta di autoaccensione e l'effetto di una spinta come fosse entrata in funzione una turbina.
La differenza al massimo dei giri era notevole, ma doveva essere usato con parsimonia, a rischio il pistone.
Arrivato in cima alla curva sopraelevata e curvato verso l'interno con una repentina discesa, il motore non ha retto ad un ulteriore fuorigiri, doppio, triplo testacoda e pistone uscito a granellini dallo scarico (non si usavano silenziatori).
Gara persa solo perchč io non ero capace di autocontrollarmi, davo e pretendevo dal mezzo sempre il massimo, i miei accompagnatori da bordo pista li vedevo sempre che gesticolavano e mi facevano segno di andar piano....ma che divertimento č andar piano pensavo.
Una volta che avevo preso un ritmo, quello era, non ero capace di rallentare e quando le condizioni me lo permettevano volevo sempre dominare.
E poi quella mania di fare tutto in casa.
Il Mc Culloch l'avevo elaborato in base alle specifiche diramate dall'importatore attraverso i suoi rappresentanti, che come al solito, distribuiva con prioritŕ pilotate.
In quel periodo, avendo un cugino in pianta stabile negli Stati Uniti, quando venne in Italia per il viaggio di nozze con la moglie americana, concordai che io gli avrei fatto l'abbonamento a “Quattroruote” e lui avrebbe ricambiato con “Kart magazine”, rivista che mi fu utile fin tanto che avevo quei motori perchč mi permise di tenermi aggiornato sulle continue novitŕ di elaborazione.
Negli Stati Uniti c'era un fiorire di aziende che producevano collettori, pistoni ecc.
Sempre attraverso il cugino, mi dotai di un pistone con una fasatura speciale, di un collettore di aspirazione per montare due carburatori, uno sulla luce comandata dalla valvola a membrana e uno sulla luce “sempre aperta” di cui era totato questo motore, come questo

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In seguito, sempre prendendo spunto da quanto vedevo sulla rivista mi feci fondere il carter di copertura inferiore del motore e, distendendolo in orizzontale montai il terzo carburatore.
Se avevo difficoltŕ a carburare prima, dopo non ci capivo piů niente, ma...faceva tanta scena.
Gli americani fanno le cose in grande ed anche in questo campo non si smentirono con realizzazioni di questo tipo

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allestimento che per la veritŕ avrei voluto provare ma mi mancava il terzo motore.
Un'altra modifica consisteva nell'applicazione di due mezzelune di titanio sull'albero motore per aumentare la compressione nel carter. Mi colpi il fatto che nella confezione ci fossero due fialette con un liquido rosso che serviva, diceva il foglietto delle istruzioni, a bloccare le viti per il fissaggio delle mezze lune.
Era il “bloccafiletti” della “Loctite” che in Italia arrivň parecchi anni dopo.
In occasione di una gara su circuito cittadino, a Majano, localitŕ diventata tristemente nota in occasione del terremoto del 1976, cercavo la carburazione dopo aver messo in moto il kart appoggiato su una balla di paglia, mica si andava in giro con cavalletti e gazebi come oggi, evidentemente a causa di una regolazione troppo magra grippai e fusi la biella.
Fu questa la motivazione per passare al nuovo “Saetta”, motore che vedemmo per la prima volta in occasione di una gara a Treviso.
Lo portava in gara un pilota altoatesino che in futuro lessi frequentemente sulle classifiche delle gare in salita, correva con dei bellissimi prototipi Porsche, insomma uno che oltre al manico aveva anche “i danč”.
Io ero appiedato e avevamo riesumato il 200cc. Garelli da noleggio, arrivai terzo dopo una lotta infernale con il secondo che aveva due Parilla. Dopo la gara, il suo meccanico venne dal mio amico/meccanico “Bughi” e gli chiese: “ma cosa avete fatto a quei due Garelli lě ?”, risposta, con riso sarcastico...”niente, solo tante ore di noleggio”. Voleva dire due motori spompati.
In occasione di un'altra gara su circuito cittadino, a Cividale, pioveva da matti e faceva un freddo cane, non ricordo quale fosse la data ma sicuramente in autunno inoltrato, e soffiava una “bora” gelida che scendeva dalle valli jugoslave.
Fu, probabilmente, in quella occasione che mi presi la pleurite, malattia che guarii senza accorgermi, il mio medico la defině “pleure/gookartina”, ma che mi consentě, in seguito, di “saltare” la naja con un bel “Riformato” sul congedo definitivo e felicitŕ mia e della fidanzata.
Quando andai a fare la visita militare a Treviso (sě, allora si faceva in quel distretto) e dagli esami al torace risultň questa “macchia”, mi rispedirono all'ospedale militare di Udine al quale avrei dovuto presentarmi alcuni giorni dopo.
Rientrai a casa subito, visto che c'ero andato con la mia super-prestazionale Fiat 600/750...900cc. (Nardi) dove mia madre spaventatissima per questa novitŕ fece fuoco e fiamme, il giorno dopo ero a fare i raggi a Udine da un professionista privato.
Io stavo bene e tutto questo allarmismo, francamente non lo capivo, anzi non sapevo neanche cosa fosse questa benedetta “pleurite”...boh !
Insomma, tutto si era risolto alla radice grazie, forse, alla tempra del ragazzo solo che ogni qualvolta si partiva per le gare, in particolare se il tempo previsto non era dei migliori, la raccomandazione tipo di tutte le mamme, era : “ti sei coperto bene ? Hai messo le mutande lunghe?”...e sě, non mi vergogno, le mettevo.
Oggi si direbbe: “hai messo la calzamaglia ?” Fa un altro effetto !
Scrivendo queste righe, come ho detto in precedenza, mi vengono in mente situazioni strane, come quando, di ritorno da una gara in quel di Udine, in autunno inoltrato, freddo “bestia”, io doverosamente, ligio agli ordini mi ero messo le antiestetiche ma calde mutande lunghe, per giunta felpate.


(continua)

Bisogna essere di mente aperta, ma non tanto da far uscire il cervello.

Modificato da - macovince on 31 August 2007 21:19:55
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Natale Cinquino da esposizione (Catania)


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Garage veicoli

Spedito - 31 August 2007 :  21:26:03  Mostra profilo  Rispondi allegando il testo

I mutandoni felpati, mi hai ricordato quando li mettevo a MILANO faceva freddo, non ero abituato a quelle temperature, me li comprň la mia mamma, mi disse: prendili mettili in valigia, sicuramente ti serviranno. Io testardo, no, non li metterň mai, buttali e lei: tu portali sů, se poi non ti serviranno buttali da te. Appena arrivai a MILANO la prima cosa che feci quando aprii la valigia fu quella di metterli, cavoli che freddo.

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macovince Cinquino da esposizione (Cervignano)


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Spedito - 01 September 2007 :  21:02:34  Mostra profilo  Visita l'homepage di macovince  Clicca per vedere macovince's l'indirizzo Messanger MSN  Rispondi allegando il testo

Al ritorno, tutta la compagnia si ferma in un ristorante fuori cittŕ.
Formiamo una bella, lunga tavolata ed io ero seduto in testa da un lato.
Ad un certo punto gli amici dall'altra parte del tavolo mi chiamano, io mi alzo e vado di corsa da loro, solo che mi ero slacciato i pantaloni, si vede che avevo mangiato troppo, peccato che fatti due passi m' inciampo e quasi cado...mi erano caduti i pantaloni.
Non vi dico cosa mi č costata quella scena..... anche perchč era presente la mia ragazza.

Spiacente ma di questo fatto non ho documentazione fotografica.

Torniamo alla gara di Cividale.
Il solito “Bughi”, quŕ si vedono gli amici, visto che il kart era allo scoperto in attesa della partenza e il sedile si era riempito d'acqua freddissima, ebbene lui si č seduto per scaldarlo...... lo gratificai con una bella vittoria sotto la pioggia.
In quella occasione avevo preparato la miscela con una aggiunta di etere e petrolio, fece notizia il fatto che lasciavo dietro di me un profumo insolito, anche se non penso che ciň mi abbia agevolato correndo in quelle condizioni di aderenza.
Specialmente nelle gare cittadine, come premi gara venivano consegnati, alcune volte, oggetti vari offerti agli organizzatori, cosa che io non ho mai gradito perchč desideravo la classica coppa argentata, seppur piccola, ma quello era il segno della vittoria per me, coppe che conservo gelosamente ancora oggi.
In Jugo, invece, il premio consisteva, quasi sempre, in un vaso di cristallo di Boemia finemente cesellato che finirono tutti ad arredare casa e, alla fine, regolarmente rotti.
In occasione di una gara in Jugoslavia, a Lubiana, se non ricordo male, sempre sotto la pioggia, feci un testa coda quando ero in testa.
Scesi e mi rimisi in corsa dopo essere stato superato da alcuni concorrenti.
Allora vigeva una nuova regola istituita per un problema di sicurezza.
Era successo che mettendo in moto il kart da solo, alzandolo il concorrente provocň la deviazione delle ruote anteriori e andň a invadere il centro pista dove i piloti che seguivano lo centrarono in pieno. Era quindi vietata questa operazione, bisognava aspettare che i commissari di percorso ti spingessero e ti rimettessero in gara.
Io, nella foga della gara, non avevo rispettato tale regola e continuai l' inseguimento, superai chi mi stava davanti, compreso il primo, un udinese che giŕ vedeva la vittoria a portata di mano.
Ma per il pubblico presente, in Jugoslavia le gare erano molto sentite e apprezzate, il vincitore ero io.
A fine gara, come di consueto fu consegnata la corona d'alloro, allora si usava in particolare nelle gare motociclistiche, al vincitore ufficiale ma chi fu portato sulle spalle in trionfo fu il sottoscritto con conseguente “grugno” di rabbia del mio rivale.
Ho giŕ avuto modo di dire che le gare in Jugo erano particolarmente apprezzate dagli amici-piloti celibi, perchč, ai tempi, erano molto frequentati i locali notturni dei nostri confinanti dove si svolgevano i “famigerati” spogliarelli, molto “rustici” certe volte, ma comunque non visibili nel nostro paese.
Essendo, di solito, invitati dall' ”Auto moto drustvo”, l' ACI locale, dovevamo sottostare a regole ben precise. Ospitati in strutture che erano alberghi ma anche scuole (di regime si diceva), sveglia alla tal ora, colazione e poi tutti in fila fino al percorso di gara.
Percepivamo anche un ingaggio di 10000-15000 dinari di allora, ma quelli non bastavano per le spese della sera prima.
C'era, insomma un gioioso clima di “baldoria”.
Il commento piů cattivo dei miei amici, visto che con me c'era sempre mia moglie, era: “E' come andare in Germania e portarsi la birra da casa”, comunque eravamo visti come una coppia di giovanissimi gattini innamorati, tant'č che ci spedivano delle simpatiche cartoline.

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Ricordo che in un' occasione, a Maribor, al confine con l'Ungheria, arrivammo la sera e fummo indirizzati in una casa privata che ci avrebbe ospitati per la notte (io, il meccanico e un accompagnatore, questa volta, assente mia moglie).
Nel tragitto, al buio piů totale, in una stradina stretta di montagna, dietro una curva troviamo un carro che ci sbarra la strada.
Il carro, di quelli caratteristici loro, con le sponde a “V”, era trainato da un bue e una donna, a piedi che lo guidava, dietro due uomini distesi sulla paglia ubriachi fradici, era una immagine abbastanza frequente, le donne che ad una certa ora andavano a prelevare gli uomini all'osteria e se li portavano a casa.
In quella piccola casa abitavano due vecchietti che abbandonarono la loro camera da letto per ospitarci. Il mattino seguente colazione a base di tutto quello che avevano a disposizione, dalle uova fresche al pane, ricordo con ammirazione l'ospitalitŕ di quella povera gente.
Altro simpatico aneddoto.
Ho giŕ detto che eravamo in tre e dovevamo dormire nel letto matrimoniale pěů uno singolo che ci avevano preparato gli ospitanti.
Andiamo in camera per coricarci e incominciamo a svestirci, ad un certo punto l'amico “Bughi”, solito mattacchione, si gira e vede il “terzo uomo” che si sta infilando un pigiama blů a pallini bianchi, piuttosto fighetto l'amico, ma comprensibile, era commerciante in abbigliamento.
Solo che il “Bughi” non gradě e sbottň : “io con quello lě non ci vado a letto, con una gallina faraona no” e anzicchč mettersi il pigiama si mise la tuta da meccanico chiudendo con estrema cura la lunghissima lampo.
Ovviamente il nomignolo che tuttora viene usato č quello di : “gallina faraona” anche se, per la veritŕ non ho mai capito e saputo se le penne delle galline faraone sono a pallini bianchi...mah, mi resta il dubbio che non avesse niente a che fare.
Vŕ ricordato che negli anni 60 non erano tempi allegri per quelle genti, la tirannia della dittatura era molto ferrea, tutto era diretto e sorvegliato dalla polizia, anche in borghese, l'effige di Tito ti sovrastava ovunque e la miseria, quella vera, era la merce piů diffusa, in particolare nelle zone rurali e periferiche.
In occasione di una gara a Zagabria io ho venduto il mio ultimo Mc Culloch, ma cč stato chi ha venduto il casco, il “Bughi” le scarpe da ginnastica, usate ovviamente.
Si diceva che i piů avveduti si portassero una bella scorta di calze di njlon per omaggiare le giovani slovene, nascoste (le calze) da qualche parte perchč alla dogana erano piuttosto severi, la cedo come notizia di cronaca, io le calze no le ho mai viste, le ragazze sě, qualcuno le “agganciava” facilmente.
Generalmente non eravamo ben visti, un po' perchč gl'italiani avevano la fama di sbruffoni, spendaccioni, ma soprattutto per una questione politica,, eravamo per tutti “fascisti”, quindi bisognava stare attenti ai gruppi di giovani nelle uscite notturne e possibilmente accompagnarsi ai triestini che parlavano sloveno, ma si trovavano anche nostalgici di origine italiana, specialmente in Istria, che parlavano triestino anche se difficilmente facevano riferimenti al regime, di quello non si parlava proprio.
In seguito hanno capito che gl' italiani portavano ricchezza e, furbescamente, in particolare vicino ai nostri confini, fiorirono night-club, supermercati, macellerie e distributori di benzina ad uso e consumo nostro.
In occasione di una gara a Maribor, nel box si era avvicinato un ragazzo che ha tentato d'impossessarsi di qualcosa, forse qualche attrezzo, ovviamente tutto faceva gola perchč da loro non c'era o costava “un occhio”, al chč, accortosi, il nostro amico Bughi si č messo a gridare mettendolo in fuga, purtroppo per lui fu inseguito da un poliziotto che non si fece problemi ad usare il manganello e portarlo in caserma, questo era il clima, eravamo protetti ma anche timorosi di fare un passo falso.
Anche quando, in seguito, frequentavo in barca la costa Jugoslava c'era sempre il timore di commettere qualcosa o di non avere la documentazione in regola perchč si diceva: “quelli prima ti mettono dentro e poi ti chiedono come ti chiami”.
Se magari eri tranquillo e beato in una calletta che facevi il bagno e vedevi da lontano arrivare un motoscafo di colore grigio...ecco la “Milicia”, per prima cosa ti chiedevano se avevi armi e poi rovistavano d'appertutto anche sotto le cuccette.
Quando avevo il Maserati, una volta, alla frontiera di Gorizia me l'hanno rigirata come un calzino, anche sotto i tappetini sono andati a vedere, poi, sia io che mia moglie siamo stati “palpeggiati” da due poliziotti, uno uomo e una femmina, evidentemente il tipo di macchina li aveva insospettiti o, forse, la mia faccia.......?
Da quel giorno mia moglie non ha piů voluto andare oltre confine.

E' proprio vero che la vita si snoda a cicli, questo č stato il primo, il piů giovane, il piů breve, il piů divertente ciclo, poi, č arrivato il momento di diventare “grande”, di metter sů famiglia (si suol dire), ma prima bisognava passare attraverso le forche caudine della festa di addio al celibato con gli amici, ma.....quella č un'altra storia.

Rileggendo mi rendo conto che ho usato con frequenza l'avverbio “perchč”, ma.... mi chiedo: “Perchč vi racconto tutto questo ? Interessa a qualcuno?”
Sicuramente no, e allora scusatemi per il tempo che vi ho sottratto, sapete come sono i nonni, si lasciano trascinare facilmente raccontando le storielle ai nipoti.

PS: Dimenticavo, dai tempi del Mc Culloch per gli amici sono “il Mc “ (il mec).

Bisogna essere di mente aperta, ma non tanto da far uscire il cervello.

Modificato da - macovince on 01 September 2007 21:37:47
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MoonChild Cinquino (Roma)


Messaggi 272

Garage veicoli

Spedito - 01 September 2007 :  21:23:52  Mostra profilo  Rispondi allegando il testo

Se interessa a qualcuno????
A me, e credo a molti altri, interessa moltissimo.
E' un bel racconto, che viene da un periodo che ormai č troppo lontano e purtroppo non solo nel tempo. Tutto nasce da una passione che con te condividiamo e ci siamo trovati a vivere in un momento diverso. Allora sembrava tutto piů romantico con piů ingenuitŕ, piů passione. Queste 500 che amiamo, non ci legano forse a quel periodo??
E' un bellissimo regalo quello che ci stai facendo.....non spetteri piů di leggerti...grazie!!
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Natale Cinquino da esposizione (Catania)


Messaggi 8838

Garage veicoli

Spedito - 01 September 2007 :  21:28:41  Mostra profilo  Rispondi allegando il testo

Vincenzo perchč pensi di averci sottratto del tempo? stai scherzando? Qui ho accanto mia moglie che si appassiona assieme a me ovviamente alle tue storie.
A domani?

Riuscire a mandare qualcuno a ******o č una pensata di molti ma una virtů di pochi...
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